SCOREGGE, PUZZETTE, PETI, FLATULENZE…CHIAMATELE COME VOLETE, DA DOVE VENGONO?

Partiamo da un sacrosanto presupposto: tutti ma proprio tutti fabbrichiamo “aria” all’interno della nostra pancia.

Non ci sono distinzioni né di sesso né di classe sociale, è un processo naturale che fa parte del corretto funzionamento del nostro corpo. Una persona sana mediamente emette dalle 10 alle 20 puzzette al giorno.

Ma da dove arriva questa “aria” e come si forma?

La maggior parte dei gas intestinali è prodotta nel colon, ultimo tratto dell’intestino a forma di salsicciotto, dove sono concentrati la maggior parte dei nostri batteri intestinali.

Lo potremmo paragonare ad una fabbrica operativa h 24 in cui i batteri, come fossero operai specializzati, svolgono le loro mansioni, ciascuno nella propria postazione. Uno dei tanti compiti a loro affidati è la fermentazione cioè si trasformano in piccoli chimici ricavando sostanze portentose per il nostro corpo (acidi grassi a catena corta, energia pura per le cellule intestinali) ed emettendo gas nell’ambiente allo stesso tempo. La fermentazione è quindi il processo che porta alla formazione delle famose puzzette.

 

Solitamente, durante la digestione, tutto ciò che mangiamo viene ridotto in pezzettini da una sorta di piccole forbici, gli enzimi digestivi, in modo tale da assorbire i nutrienti ed immetterli nel circolo sanguigno. A tutto questo fa eccezione la fibra alimentare (contenuta in verdura, frutta, cereali e legumi) che, arrivata al colon indigerita, è la prelibatezza su cui si precipitano i batteri. È così che ha inizio la fermentazione intestinale da cui avranno origine diversi gas tra cui anidride carbonica, idrogeno, idrogeno solforato e metano.  Lo stesso assalto viene fatto anche a ciò che rimane dalle proteine digerite (vale a dire carne, pesce, uova), in questo caso però la quantità di gas prodotta sarà inferiore rispetto a quella delle sue concorrenti fibre. A questo punto i gas prendono spazio all’interno del colon tanto da distenderlo, proprio come succede quando gonfiamo un palloncino. Non è detto che sia visibile all’occhio ma la percezione della distensione è molto soggettiva.

E l’odore come lo giustifichiamo?

Le chiamiamo puzzette ma non è detto che abbiano sempre cattivo odore, anzi a volte sono delle innocue emissioni di cui nessuno si accorgerà (spesso neanche chi le fa!).

L’odore, così come la quantità di gas, dipenderà da due fattori: cosa abbiamo mangiato e in che condizioni di salute sono i nostri batteri intestinali. Questo non vuol dire che se puzzano soffriamo di una strana malattia, assolutamente no! Dopo wurstel e crauti non potremmo lamentarci se ci saranno delle emissioni aromatizzate all’uovo marcio o al broccolo stufato. Un campanello di avvertimento però potrebbe essere l’emissione di gas puzzolenti non giustificati  da quello che avete mangiato.

Così come era facile intuire che ciò che mangiamo influenza la produzione di gas, quello che è importante ricordare è che allenare l’organismo a ricevere il giusto quantitativo di fibra ci può garantire cellule intestinali energiche e un microbiota perfettamente funzionante. La soluzione non è mai eliminare quello che ci fa fare le puzzette a tradimento ma capire come aiutare l’organismo a gestire fibre e proteine nella maniera migliore possibile!

 

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